Una ricerca condotta dal gruppo Cava Storie fa luce sulle sue origini in parte cavesi grazie alla nonna
CAVA DE’TIRRENI, SALERNO, ITALY, June 21, 2024 /EINPresswire.com/ — Massimo Troisi era un po’ cavese. Per buona parte, visto che sua nonna Teresa Murolo, sposò Luigi Troisi, ferroviere. Ebbero alcuni figli tra cui Alfredo, che convolò a nozze con Elena Andinolfi ed andarono a vivere a San Giorgio a Cremano. Qui ebbero sei figli Annamaria, Rosaria, Luigi, Vincenzo, Massimo, Patrizia. Nonna Teresa era stata registrata all’anagrafe del comune di Cava de’ Tirreni il giorno 8 ottobre 1886. La ricerca, che ha portato alla luce la succulenta notizia, è stata condotta dal gruppo di studiosi Cava storie, che hanno approfondito un dato offerto dal dottore Generoso Conforti.
A seguito di questa importante scoperta è in programma per il prossimo autunno un evento ad hoc organizzato dalle associazioni “Accademia Talenti”, “Cavastorie” e “Fuori Tempo Teatro Luca Barba” e l’agenzia internazionale 1886 Agency.
La notizia sposta tutto l’asse di ragionamento sulle origini di uno dei più grandi attori e registi campani. Quella verve, quella ironia, quelle intuizioni sarebbero quindi anche un po’ salernitane. Sul genio non cambia niente, quella caratteristica però, si trova anche un po’ in un Dna, non tutto all’ombra del Vesuvio. La ricerca è ben circostanziata dai fatti. Teresa Murolo nacque nella frazione della Santissima Annunziata a Cava de’Tirreni, il 7 ottobre 1886 e venne registrata il giorno dopo, come si accennava già, l’atto di nascita è il numero 637. Teresa incontra il marito, Luigi Troisi, a Salerno. Era ferroviere e sono ancora vivi nel ricordo gli aneddoti raccontati da Massimo sui regali di trenini che gli consegnava la befana, proprio perché questi doni, arrivano dall’attività svolta dal padre Alfredo, anch’egli ferroviere. A quei tempi i lavori e i mestieri si tramandavano da generazione in generazione. Teresa Murolo, cavese, si trasferì poi a Barra, comune in provincia di Napoli, come riferito dalla sorella di Massimo, Annamaria, e qui, a pochi chilometri da San Giorgio a Cremano, terminò la propria esistenza. Una storia d’altri tempi, in bianco e nero, che mette l’accento sulle origini anche un po’ cavesi del protagonista de “Il postino”, film che quest’anno compie trent’anni dall’uscita e a cui è dedicata l’edizione 2024 del prestigioso Premio Troisi.
Sabatino Di Maio
1886 Agency
press@1886agency.com
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